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La pace interiore
Rabi'ah
Linguaggio sufi
La corona delle donne: Rabi'ah al-Adawiyyah
Il sufismo non fa distinzione tra uomo e donna. In esso i concetti di casta , colore e
genere non hanno alcun significato. Nell' unità non sussiste motivo di distinzione
individuale tra superiore e inferiore, uomo e donna. La vita spirituale ha le sue
peculiarità: in essa non esistono nè maschile nè femminile. Accade che 'la ricerca, la via
e colui che cerca diventano una cosa sola'. Non vi è spazio per distinzione di sesso. Il
Corano si rivolge contemporaneamente a uomini e donne allo stesso modo. Essi
vengono nominati uno accanto all' altro nel seguente versetto:
Per i mussulmani e le mussulmane
Per i credenti e le credenti,
per i devoti e le devote,
per gli uomini sinceri e le donne sincere,
per gli uomini pazienti e le donne pazienti,
per gli umili e le umili,
per i caritatevoli e le caritatevoli,
per i digiunanti e le digiunanti,
per i casti e le caste,
per gli uomini e le donne che ricordano spesso Allah,
per loro Allah ha preparato perdono e una grande ricompensa. ( Corano 33.35 )
C' è una tradizione che dice: ' Allah non guarda alle vostre forme'. Nella ricerca della
verità ciò che conta è solamente il cuore.
I sufi sostengono che una donna che si dedica alla via dell' amore divino non può più
essere considerata un essere femminile. Essa non è da meno di un uomo. Si dice che: '
Colui che cerca Dio è un essere maschile'. Nel suo Futuhat al-Makkiyya ( Le rivelazioni
meccane) Muhyiddin ibn al-'Arabi ( m. 1240) riporta di uno sceicco che, interrogato sul
numero di abdal esistenti al mondo, rispose che ce n'erano in tutto quaranta. A questa
risposta fu replicato: ' Perché non dire quaranta uomini?'. Egli senza indugio rispose: '
Perchè tra loro ci sono anche delle donne'. Le donne che abbiano intrapreso la via della
realtà appartengono alla stessa categoria degli uomini. Il rapporto tra un santo e Dio
non lascia spazio per le distinzioni di genere.
La via della santità porta alla gloria dello spirito. Essa è caratterizzata fondamentalmente
da rinuncia, comunione con l'invisibile, amore, speranza, timore, dedizione, pentimento,
pazienza, gratitudine, abbandono, umiltà, purezza di parola, di azione e di intenzione,
sincerità, abnegazione, fiducia in Allah, esser contenti di ciò che si ha, servizio, visione e
unione, ricordo, devozione e desiderio di essere più vicini ad Allah. Un santo è
contrassegnato dalla fiamma che lo consuma nell'amore per il suo Signore. Le credenti
godettero di eguaglianza spirituale con gli uomini. Non c'è niente che impedisca loro di
raggiungere lo stato di santità, niente che le limiti nell'esperienza della ricchezza della
vita spirituale interiore. Le sante hanno raggiunto un'alta posizione spirituale. Nella
galassia dei santi esse hanno dato un prorio contributo, per nulla irrilevante. Al-Ghazzali
( m. 1111) fu molto colpito dalla condotta delle donne sufi. Egli esortagli uomini a non
accontentarsi di essere da meno di una donna.129
Nella notte in cui Rabi'ah ( m. 801) nacque, i suoi genitori non avevano vestiti per
coprirla nè olio per le lampade. Si insistette perché suo padre andasse da un vicino per
chiedere dell'olio. Sulle prime si rifiutò, ma siccome si continuava ad insistere, alla fine si
arrese. Andò da un vicino , ma trovò la porta chiusa. Bussò, ma non gli fu aperto. Tornò
a casa deluso e se ne andò a letto. In sogno vide il profeta Muhammad ( le benedizioni
e la pace di Allah siano su di lui ) che gli diceva: ' Non dispiacerti e essere triste. La
bambina che ti è appena nata sarà una grande santa. Settantamila persone
appartenenti alla mia comunità saranno beneficiate da lei.' Il profeta gli indicò di andare
da 'Isa, il governatore di Basra ( Iraq )e di dirgli che ogni notte egli usava recitare cento
volte le benedizioni al profeta e la notte del venerdì quattrocento volte. Perché questo
venerdì notte non le aveva recitate come al solito? Questa era un'omissione da parte
sua. Avrebbe dovuto pagare quattrocento dinar al messaggero. Il padre di Rabi'ah si
svegliò in uno stato di ispirazione e di esaltazione. Quando arrivò dal governatore, fu
immediatamente ricevuto. Gli riferì quindi il messaggio del profeta. Il governatore,
nell'ascoltarlo, si commosse e cominciò a piangere. Gli diede quattrocento dinar e lo
assicurò che l' avrebbe aiutato finanziariamente, se e quando avesse avuto bisogno del
suo aiuto.
Dopo la morte dei genitori la famiglia dovette affrontare momenti duri e difficili. Ci fu una
carestia a Basra che durò due anni. A causa di questa carestia la gente lasciò Basra in
massa. Le sue tre sorelle ( Rabi'ah significa ' la quarta' )presero Rabi'ah con sè e
lasciarono la città. A quel tempo lei aveva undici anni. Le sue sorelle l' abbandonarono.
Si racconta che venne venduta ad una persona di nome 'Atiq. Il suo padrone era
crudele e di cuore duro. Ella lavorava di giorno e pregava di notte. Una notte accadde
che il suo padrone si svegliò. La vide nell'atto di prostrarsi. Si stupì di vedere un lume
sospeso a mezz' aria sopra la testa di lei. Stava pregando: ' O mio vero Padrone! Il mio
desiderio è di poter trascorrere ogni momento della mia vita nel ricordo e
nell'adorazione di Te, ma mi è difficile farlo perché devo servire uno dei Tuoi servi'. Il
suo padrone sentì quella preghiera. Il mattino seguente la chiamò e si scusò con lei in
questo modo: ' Non ero consapevole del tuo alto stato spirituale. Ora ne sono venuto a
conoscenza. Chiedo perdono se ho fatto qualcosa di errato. Ora sei libera. Puoi andare
dove vuoi e puoi vivere dove più ti aggrada, io ti ho liberata. Non sei più una schiava'.
Dopo la sua liberazione sostava sempre in luoghi solitari. Una volta raggiunta Basra vi
eresse una piccola casetta. Trascorreva il suo tempo pregando, digiunando, ricordando
Allah e vegliando di notte. Ogni giorno leggeva il Corano. Una volta andò in
pellegrinaggio alla Mecca. Lungo la strada il mulo, su cui aveva caricato il bagaglio,
morì. I suoi compagni di viaggio le offrirono i loro servigi, ma lei rifiutò. Si lamentò,
invece, rivolgendosi a Dio: ' Così trattano i re una semplice, umile e povera donna? '
Improvvisamente il mulo si rialzò, lei vi pose sopra il bagaglio e si incamminò.
Mentre era sulla via per La Mecca, accadde che la ka'bah venne a darle il benvenuto.
Lei disse: ' Io voglio il Padrone della ka'bah. Che cosa me ne faccio della Sua casa?'
Anche Ibrahim ibn Adham da Balkh ( m. 776 o 790) era partito in pellegrinaggio per La
Mecca e ad ogni passo offriva due rakat della preghiera rituale. Raggiunse così La
Mecca in quattordici anni. Arrivato là si stupì di non trovare la ka'bahal solito posto.
Sentì allora una voce: ' La ka'bah è andata a porgere il benvenuto ad uno dei nostri
amici, che è una donna.' Nel frattempo egli vide arrivare Rabi'ah. Insieme a lei ritornò
anche la ka'bah. Ibrahim ibn Adham le disse: ' Voi avete stupito il mondo!' Ella rispose: '
Non io, ma voi l'avete stupito, arrivando qui dopo quattordici anni. Voi avete trascorso il
vostro tempo in preghiera mentre io sono stata un umile donna per tutto il tempo'.
Una notte accadde che, innamorata dell'amore di Dio, cominciò a gridare:' Brucio!
Brucio!' La gente, sentendo le grida, uscì in strada per spegnere l'incendio. Un
illuminato che stava passando di là chiarì alla gente che si stava sbagliando. Rabi'ah
aveva nel cuore il fuoco dell'amore, che non poteva essere spento con l'acqua. Quel
tipo di fuoco poteva essere estinto solo dall'unione con l'Amico.
Un giorno che faceva bel tempo e se ne stava seduta nella sua abitazione, una persona
venne da lei e le disse: ' Venite fuori a vedere che magnifico scenario. Dovunque si
guardi c'è splendore e bellezza di natura'. Rabi'ah rispose: ' Può darsi, ma il mio scopo è
vedere l'artista non la sua arte '. Un'altra volta un uomo venne da lei e le disse: ' Non
ricordo che abbiate mai detto male di satana'. Ella rispose: ' Non mi resta il tempo per
parlare male di satana. Potrei farlo solo sottraendo tempo al ricordo di ar- Rahman ( il
Compassionevole).'
Un giorno una persona venne da lei. Portava una benda in testa: ' Perché portate una
benda in testa? ' chiese. Li rispose che era per via di un mal di testa. Lei si informò
allora sulla sua età. ' Ho circa trent'anni. ' rispose l'uomo. ' Ora ditemi se durante tutti
questi anni siete mai stato malato o se siete sempre stato bene. ' Chiese lei. L'uomo
rispose di esser sempre stato bene. Allora Rabi'ah disse: ' E' un gran peccato che siate
stato in salute e che non abbiate mai portato una benda in segno di gratitudine verso
Dio per la vostra eccellente salute, mentre ora che avete mal di testa vi mettete una
benda di cordoglio! '
Un giorno un derviscio si recò da lei per chiederle qualcosa. Rabi'ah gli diede una
candela, un ago e queste indicazioni:
" Brucia te stessocome una candela e dà luce agli altri. E come un ago vivi
semplicemente e cuci assieme come fa l' ago '. Una volta Salih al-Murri ( m. 779 o 793 )
venne da lei e disse:136 ' A chi bussa alla porta di Dio, viene sicuramente aperto '.
Rabi'ah rispose: ' Su, dimmi chi ha chiuso la porta, cosicchè si debba bussare ed aprirla
'.
Un derviscio di Basra venne una volta da lei e durante la conversazione andava
continuamente parlando del mondo, condannandolo e ingiuriandolo. Ascoltando i suoi
discorsi, Rabi'ah gli disse:137 ' Sembra che il mondo ti affascini e attragga e che ti stia
molto a cuore. Se così non fosse, non avresti parlato del mondo e di ciò che in esso vi è
di buono e di cattivo. Tu parli del mondo, perchè lo ami. Si dice che una persona parli
molto spesso di quello che ama ' .
Della gente di Basra venne da lei e le disse che Dio aveva conferito agli uomini tre
elevate posizioni spirituali, che erano, invece, negate alle donne. Innanzitutto agli uomini
era stata data la saggezza, mentre nelle donne questa scarseggiava, come era
dimostrato dal fatto che la testimonianza di due donne equivale a quella di un uomo. Poi
le donne erano esentate dall'offrire le preghiere per alcuni giorni al mese. Infine
nessuna donna è stata mai scelta per essere profeta.. Rabi'ah rispose: ' Può essere
che abbiate ragione, ma le donne hanno la precedenza rispetto agli uomini in relazione
a tre cose: primo non ci sono mai stati eunuchi tra le donne, secondo nessuna donna
ha mai affermato di essere Dio e terzo tutti i profeti, i santi e i martiri sono nati da donne
'.
Un giorno Malik Dinar ( m. 749 o prima ) venne a farle visita. Si preoccupò molto nel
vederla in condizioni di povertà. Le disse che fra le persone che lui frequentava ce
n'erano di ricche. Se lei avesse voluto, le avrebbe potuto far avere qualcosa da loro.
Allora Rabi'ah, indignata, esclamò: 138 ' Malik! Che stai dicendo? Colui che mi nutre e
mi mantiene in vita, nutre e tiene in vita anche loro. Forse che Lui dimentica il derviscio
perché è un derviscio, mentre si ricorda dei ricchi perché sono ricchi? Se così non è e
Lui vede e sa ogni cosa, che bisogno c'è di ricordarGliela? Se a Lui così piace io non ho
abiezioni e mi sottometto alla Sua volontà. Io desidero ciò che Lui vuole. ' Una volta
Sufyan ath-Thawri ( m. 778) disse in sua presenza: ' Ah! Mi dispiace!' Lei allora disse
che se fosse stato veramente dispiaciuto, il mondo non gli sarebbe sembrato piacevole.
Quindi aggiunse: ' A me non dispiace per le cose che mi arrecano dolore. Il mio dolore è
per quelle cose per cui non mi dispiace.'
Rabi'ah sosteneva che adorare Dio per paura dell'inferno o per desiderio del paradiso
era puro commercio. L'adorazione doveva essere per Dio e per Dio soltanto. Questa
sua invocazione è emblema del suo amore per Dio:
O, Dio! Qualunque porzione di questo mondo
Tu mi abbia destinato,
dalla ai nemici della religione
e qualunque porzione dell'al di là
dalla ai Tuoi amici.
A me, basti Tu e soltanto Tu.
Rabi'ah era l' incarnazione della pazienza, della sottomissione, della rinuncia,
dell'amore, della dedizione, dell'abnegazione e dell'ascetismo. La sua fede in Dio era
esemplare e la sua letizia proverbiale. Non prese marito. Andava fiera della sua povertà.
Non possedeva quasi nessun bene materiale. Aveva una giara di coccio per bere acqua
e per fare le abluzioni e un pezzo di stuoia lacera, su cui riposava e offriva le preghiere.
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Il suo approccio alla vita la distingue come una santa illuminata, una devota asceta e
una mistica ispirata. Il ricordo di Dio sosteneva la sua vita. Diceva:
Se cerchi conforto, lo trovi nello sconforto.
Se cerchi la salvezza, la trovi nel silenzio.
Se desideri la sicurezza, la trovi nella pietà.
Se brami il paradiso, lo trovi vivendo con Dio.
Se vuoi vivere con entusiasmo, ricordati di Dio.
Se desideri salvarti dalla vergogna, dedicati ad adorare Dio.
Se vuoi salvarti dall'appropriazione indebita, dedicati all'isolamento.
Rabi'ah era una poetessa. Qui di seguito riportiamo la traduzione di alcuni suoi versi:
La gente coi fiori dei desideri profani si agghinda
E pensa che questa vita mai non si estingua.
E ancora:
Ascolta! Nella foresta del peccato crescono le spine,
Nel giardino della virtù, i bei fiori sono senza fine.
E ancora:
Sfortunato chi si scorda di adorare Dio
E diventa schiavo dei desideri dell'io.
E ancora:
O, uomo negligente! Troppo e troppo a lungo hai dormito
La tua negligenza e la tua ribellione non hai limitato.
E ancora:
O, uomo negligente! E' meglio crearsi eroi e dei
O è meglio chinarsi e prostrarsi dinanzi ad un unico supremo Dio?
E ancora:
Quando l'inviato della morte verrà,
Chi ti proteggerà e chi ti salverà?
Rabi'ah morì nell' 801 all' età di 88 anni. Durante i suoi ultimi momenti di vita era
circondata da molti dervisci, sceicchi e illuminati. Ella ad un tratto disse loro:140 ' Ora
uscite. Lasciate entrare i messaggeri di Dio.' Tutti uscirono: si udì una voce e poi, tutto
ad un tratto, la voce tacque. Entraronoe la trovarono morta. Venne sepolta a Basra. La
sua tomba a Basra è oggetto di devozione per miriadi di persone.
Qualcuno vide Rabi'ah in sogno e le domandò come Munkar e Nakir141 l' avessero
trattata. Lei disse:142 ' Gli angeli sono venuti e mi hanno chiesto - ' Chi è il tuo
Signore?'-. Ho risposto loro - ' Tornate indietro e portate questo messaggio a Dio: Se Tu
non hai dimenticato una vecchia donna fra così tante migliaia di persone, come potrei io,
che non ho nessuno al mondo, dimenticare Te?'- Allora Munkar e Nakir se ne sono
andati senza tornare più.
Tra le donne insignite del titolo di santa Rabi'ah al-'Adawiyyah da Basra è quella che
emerge come la più eminente, infatti viene chiamata taj al-musturat , corona delle
donne. Rabi'ah fu la più grande mistica, asceta, gnostica e santa Sufi, non ci sono dubbi
a riguardo. Rabi'ah diede un nuovo concetto e una nuova dimensione al sufismo,
sottolineando, rilevando e predicando che:
Non si dovrebbe adorare Dio
Per paura dell'inferno
O per desiderio del paradiso
Bensì solo per il piacere di Dio.
Questo brano è tratto dal capitolo Le donne e il sufismo del libro La Cultura dei sufi del
Dott. Zahur ul Hassan Sharib di prossima pubblicazione.
translation by Qamaruddin and Hasina Corrado